Via Gandin al Torrione del Cinquantenario
Mercoledì 13 Maggio 2009
In compagnia di Isabella e Luca eccomi di ritorno sulle torri della Grignetta. Da un po’ di tempo l’idea di scalare là non mi entusiasmava per nulla. Posso già anticiparvi che, di ritorno da questa magnifica via classica, ho riscoperto appieno il fascino di questa sorprendente montagna, terreno di gioco ed avventura di tanti giorni passati.
Saliamo tranquilli lungo il solito sentiero delle Foppe. Il sole si nasconde e riappare ripetutamente dal sipario di nuvole sottili e chiare. All’orizzonte i panorami di casa.
Le danze si aprono con una bella fessura, un po’ fredda ed ombrosa, e con quella sensazione di non essere i benvenuti, dovuta ai muscoli ancora freddi, alla suola delle scarpette ancora rigida, alle dita di mani e piedi non ancora perfettamente sintonizzate.
Un “ampio terrazzino vista lago” permette ai miei compagni di assicurarmi comodamente mentre affronto il bellissimo tiro seguente: breve e atletico strapiombo di VII+ , splendida placca di VI e ancora una fessura rovescia con passo di VII. Davvero bello…e che roccia!
Una sezione più semplice, ma su roccia da urlo, ci accompagna al tiro successivo: traverso esposto a sinistra, bel diedro fessurato e ancora un traverso geniale che rientra a destra in massima e spettacolare esposizione.
Un ultimo tratto strapiombante ed impegnativo ci regala la gioia della cima. E’ stata una salita entusiasmante. Linea superba e continua, roccia monolitica, verticalità, difficoltà mai elevate ma sempre impegnative, non un tiro brutto. E poi il silenzio e la solitudine che solo in mezzo alla settimana si possono trovare.Se non s’è capito sono proprio contento!
Scendiamo a terra velocemente con qualche doppia. Ci fermiamo a lungo, alla base del torrione, a chiacchierare, ognuno con le sue storie, con i suoi progetti. E di nuovo il sentiero per tornare all’auto e la consueta pizza prima di scendere in città.
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